I compleanni in Serbia

Kada je tvoj rođendan? (Quando è il tuo compleanno?)

Io ho festeggiato il mio compleanno la settimana scorsa. Naturalmente, in questo periodo non si può festeggiare nulla ma, dato che amo compiere gli anni e mi piacciono i compleanni in generale, l’aria di festa l’ho sentita ugualmente.

Tuttavia, il mio compleanno è anche un giorno in cui mi manca particolarmente il mio Paese. Ti va di conoscere le nostre usanze? Vediamo se il modo di festeggiare il compleanno in Serbia sia molto diverso da quello che si fa in Italia!

Devi sapere che noi, in Serbia, non festeggiamo l’onomastico (“imendan”) e, quindi, al compleanno viene dato un significato molto importante. Mi ricordo dei miei compleanni da bambina – la grande torta fatta da mia madre, i giochi all’aperto, l’allegria, la musica. Non si festeggiava nelle ludoteche o nei parchi giochi né esistevano agenzie che si occupavano di feste ed eventi. Tutto veniva preparato in casa, con tanta creatività, a partire dagli inviti da distribuire ai compagni di classe fino alle decorazioni della casa e al buffet che comprendeva i panini, le bibite, gli snack ecc. Si giocava a nascondino, si cantava e si ballava. Una cosa, però, non è cambiata: come auspicio di buona crescita, al festeggiato vengono tirate le orecchie all’insù in numero pari alla sua età e gli si canta ad alta voce “Danas nam je divan dan”. Si tratta di una canzone molto famosa. Infatti, l’espressione “divan dan” (un giorno meraviglioso) è diventato il sinonimo di “rođendan” (il compleanno) quando si fanno gli auguri di buon compleanno: „Srećan rođendan!“ o „Srećan divan dan!“. Se desideri conoscere la canzone, ecco il link:

Nei primi anni di vita, i compleanni vengono festeggiati tra familiari e parenti. Con l’inizio della scuola, al compleanno vengono invitati i bambini coetanei (parenti e compagni di scuola). Il festeggiato porta a scuola le caramelle da offrire a tutta i compagni di classe, i quali realizzano i biglietti di auguri per il bambino che compie gli anni. La grande svolta è rappresentata dal diciottesimo compleanno, chiamato “punoletstvo” perché “punoletan” significa “maggiorenne” (“maloletan” vuol dire “minorenne”). Devo dire che la grande festa del diciottesimo compleanno non ha una lunghissima tradizione. L’abitudine esiste da circa 25 anni. Naturalmente, il modo di festeggiare il “punoletstvo” dipende molto dai gusti personali. C’è chi decide di non fare nulla di straordinario, c’è chi organizza una festa serale in un locale preso in affitto per una notte (questa opzione andava molto di moda quando facevo il liceo; per esempio, tutti noi nati in aprile avevamo preso un locale in affitto, insieme a un DJ, cibo e bevande, e avevamo invitato tutta la classe; una grande festa si ripeteva ogni mese!) o chi organizza una festa che ricorda molto quella di un matrimonio balcanico (in una sala di ricevimento con tanti invitati). Dopo il “punoletstvo” l’entusiasmo per i prossimi compleanni si spegne un po’. Tuttavia, a molti piace dare importanza al cinquantesimo compleanno organizzando qualcosa di speciale.

Vorrei aggiungere una cosa bella. Penso che noi, popoli balcanici, abbiamo un’immaginazione ricca e unica. Questa immaginazione si riflette anche nelle torte di compleanno, ovvero nei loro nomi. Ogni torta viene battezzata con un unico nome. Dunque, una ricetta corrisponde soltanto a una torta con un determinato nome. Non si possono abbinare le basi e le farciture come ci pare, ma come la ricetta vuole. Ecco perché esistono tante torte diverse, chiamate: “la sabbia”, “la casalinga pigra”, “il vento giapponese”, “il vento spagnolo”, “l’interkontinental”, “l’insalata russa” (sì, una torta!), “il cuscino”, “l’anguria” (per la sua forma), “Lepa Brena” (il nome di una famosissima cantante) e così via. Quando mi sono trasferita in Italia, mi sembrava strano di dover “comporre” una torta. Poi mi sono resa conto che voi trattate le pizze allo stesso modo – se chiedi una “margherita”, sai che pizza mangerai; se hai voglia di una pizza piccante, chiederai una “diavola”. Però, con le torte c’è una metafora in più. Un pezzo di torta può portarti in Giappone, in Spagna, in Russia o a Vienna. 😊

Siamo sinceri, una pizza non sarà mai così elegante come una torta di compleanno. E tu? Hai già assaggiato una torta serba? Si tirano le orecchie anche dalle tue parti?

Hai assistito a una festa di compleanno? Festeggiare un compleanno in Italia è molto diverso da quanto ho descritto? C’è qualche particolarità legata ai compleanni nella tua regione?

Pubblicato da Milica Marinković

Zdravo! Mi chiamo Milica Marinković, sono nata e cresciuta in Serbia. Molto presto ho incominciato a esplorare culture nuove attraverso le loro lingue. Dapprima quella inglese, poi quella francese e finalmente quella italiana. Dulcis in fundo, direi, perché quest’ultima scelta ha avuto il maggior impatto sulla mia vita. Infatti, dopo aver conseguito la Laurea e il Master in Lingue e letterature romanze all’Università di Belgrado, mi sono trasferita in Italia, dove ho iniziato i miei studi di dottorato di ricerca. In Serbia ho avuto la fortuna di essere stata borsista statale e comunale per tutta la durata dei miei studi, in Italia ho ottenuto la Borsa di studio del Governo italiano, ma il 2014 mi ha vista vincitrice della prestigiosa borsa di studio canadese Bourse Gaston-Miron, offertami dall’Associazione Internazionale degli Studi Quebecchesi (AIEQ). Dopo essermi perfezionata in Canada come ricercatrice in Letteratura francofona, ho conseguito il titolo di Dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Bari, anche se i miei studi e le mie ricerche non sono tutt’ora terminati. Infatti, mi ritengo un’eterna studentessa e ricercatrice e ciò si riflette sulle mie esperienze lavorative che richiedono continui approfondimenti ed evoluzioni. I miei ambiti professionali sono insegnamento, traduzione e scrittura. Subito dopo il diploma liceale ho iniziato a insegnare il francese ai più piccoli e allora ho capito che non avrei mai smesso di trasmettere le mie competenze agli altri. Ad oggi ho accumulato diverse esperienze come insegnante di francese, italiano e serbo, sia nella pubblica istruzione, nell’ambito universitario, aziendale e privato. Come traduttrice, oltre alla traduzione dei documenti, posso ritenermi orgogliosa di aver dato la voce italiana a uno dei maggiori scrittori della letteratura serba, Jovan Dučić, traducendo, insieme alla collega Valeria Uva, il suo capolavoro Città e chimere (Bari, Stilo Editrice 2015), così come a Vladan Matijević, uno dei più importanti scrittori contemporanei, traducendo il suo romanzo Lezioni di gioia (Lugo, WhiteFly Press 2015). Coltivo la mia passione per la scrittura in lingua italiana sia come autrice di romanzi (al mio attivo ci sono Piacere, Amelia, pubblicato nel 2016 dalla casa editrice barese Les Flâneurs Edizioni e In serbo, uscito nel 2019 sempre per i tipi de Les Flâneurs) e di diversi racconti, pubblicati su riviste e raccolte, come curatrice di varie antologie poetiche, come redattrice della rivista “incroci” (Bari, Adda Editore). E, naturalmente, come blogger di questo sito.

Lascia un commento