Hai letto la mia guida “Un pranzo in Serbia”? Spero proprio di sì perché oggi ti parlerò della nostra COLAZIONE!
Al giorno d’oggi molte città europee si assomigliano e ciò che si mangia in una nazione può essere facilmente reperito in un’altra. Sembra quasi che la nostalgia per un determinato sapore non esista più. Gli stili di vita e le abitudini alimentari cambiano spesso per esigenze lavorative o per moda. Ecco perché, oggi, a Belgrado, Novi Sad, Niš e nelle altre zone urbane della Serbia puoi fare colazione all’italiana o all’inglese o persino optare per un brunch.
Le tradizioni, però, sono ben diverse. Il caffè non è quello che trovi da Starbucks. La cultura del bar italiano non ne fa parte. La brioche e il cappuccino non bastano per iniziare la giornata. E, quindi, si sorseggia il caffè fatto in casa (turska kafa / domaća kafa) e si passa a una colazione generalmente salata, a volte dolce, ma più abbondante rispetto a quella italiana (a cena, però, mangiamo molto meno e non tardi). La colazione non si fa al volo (noi diciamo: “s nogu”). Di solito prevede i latticini, gli affettati, il pane, oppure può essere a base di “palačinke“ (les crêpes), “gibanica”, “pita” (le sfoglie di formaggio o verdura), “kačamak“ (molto simile alla polenta con aggiunta di latte, formaggio o latticini) oppure di „popara“ (ecco la ricetta: https://www.2backpack.it/ricetta-della-popara-colazione-cucina-balcanica/ – una piccola modifica: ti consiglio di usare una noce di burro al posto dell’olio).
E se non si ha tempo per mangiare a casa? No, non si va al bar, ma in „pekara“ (il panificio, il forno). Lì si possono trovare tanti tipi di prodotti da forno, ma il vero connubio è composto da „burek i jogurt“. Così come tutti i piatti citati, anche il „burek“ è una pietanza balcanica. Si tratta di una torta salata a base di pasta fillo, ripiena di formaggio, spinaci, verdura, carne (attenzione! Il „burek“ bosniaco non prevede le varianti, ma è fatto esclusivamente di carne macinata di manzo).
Passiamo alla lingua: il verbo „doručkovati“ significa „fare colazione“ oppure „mangiare a/per colazione“. Per esempio: Doručkujem u 7 sati. (Faccio colazione alle 7.) Uvek doručkujem burek i jogurt. (A colazione mangio sempre „burek i jogurt“).
A ti? Šta obično doručkuješ? (E tu? Che cosa mangi a colazione di solito?)
Pubblicato da Milica Marinković
Zdravo! Mi chiamo Milica Marinković, sono nata e cresciuta in Serbia. Molto presto ho incominciato a esplorare culture nuove attraverso le loro lingue. Dapprima quella inglese, poi quella francese e finalmente quella italiana. Dulcis in fundo, direi, perché quest’ultima scelta ha avuto il maggior impatto sulla mia vita. Infatti, dopo aver conseguito la Laurea e il Master in Lingue e letterature romanze all’Università di Belgrado, mi sono trasferita in Italia, dove ho iniziato i miei studi di dottorato di ricerca. In Serbia ho avuto la fortuna di essere stata borsista statale e comunale per tutta la durata dei miei studi, in Italia ho ottenuto la Borsa di studio del Governo italiano, ma il 2014 mi ha vista vincitrice della prestigiosa borsa di studio canadese Bourse Gaston-Miron, offertami dall’Associazione Internazionale degli Studi Quebecchesi (AIEQ). Dopo essermi perfezionata in Canada come ricercatrice in Letteratura francofona, ho conseguito il titolo di Dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Bari, anche se i miei studi e le mie ricerche non sono tutt’ora terminati. Infatti, mi ritengo un’eterna studentessa e ricercatrice e ciò si riflette sulle mie esperienze lavorative che richiedono continui approfondimenti ed evoluzioni.
I miei ambiti professionali sono insegnamento, traduzione e scrittura. Subito dopo il diploma liceale ho iniziato a insegnare il francese ai più piccoli e allora ho capito che non avrei mai smesso di trasmettere le mie competenze agli altri. Ad oggi ho accumulato diverse esperienze come insegnante di francese, italiano e serbo, sia nella pubblica istruzione, nell’ambito universitario, aziendale e privato.
Come traduttrice, oltre alla traduzione dei documenti, posso ritenermi orgogliosa di aver dato la voce italiana a uno dei maggiori scrittori della letteratura serba, Jovan Dučić, traducendo, insieme alla collega Valeria Uva, il suo capolavoro Città e chimere (Bari, Stilo Editrice 2015), così come a Vladan Matijević, uno dei più importanti scrittori contemporanei, traducendo il suo romanzo Lezioni di gioia (Lugo, WhiteFly Press 2015).
Coltivo la mia passione per la scrittura in lingua italiana sia come autrice di romanzi (al mio attivo ci sono Piacere, Amelia, pubblicato nel 2016 dalla casa editrice barese Les Flâneurs Edizioni e In serbo, uscito nel 2019 sempre per i tipi de Les Flâneurs) e di diversi racconti, pubblicati su riviste e raccolte, come curatrice di varie antologie poetiche, come redattrice della rivista “incroci” (Bari, Adda Editore). E, naturalmente, come blogger di questo sito.
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